Album foto: "Messico, Yucatán: Dzibilchaltún"

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Proseguendo il nostro viaggio nel Messico, atterriamo a Mérida, capitale del Yucatán, la domenica 25 marzo 1973, verso le 9 della mattina. Dopo aver lasciato i nostri bagagli all'albergo, noleggiamo una R8 Renault per la giornata e partiamo per la spiaggia di Progreso. Dopo aver fatto il bagno sotto il caldo sole messicano, torniamo a Mérida e ci fermiamo in cammino per visitare il sito archeologico di Dzibilchaltún. Le due giornate successive, faremo le gite che avevamo prenotate in un'agenzia di viaggio nella Città del Messico e che ci permetteranno di visitare diversi siti importanti della cultura Maya.

Dzibilchaltún, il cui nome significa "dove ci sono scritture sopra delle pietre piatte", è un antica città Maya situata a circa 17 chilometri da Mérida. Dzibilchaltún, la quale costruzione è iniziata verso 600 a.C., era il gran centro commerciale del sale. Era ancora abitata all'epoca della conquista spagnola. 
Stiamo camminando verso il monumento principale del sito, sul lungo sacbé(*) che lo collega al resto del sito. 
(*) sacbé significa strada bianca perché il suo rivestimento di pietre era, all'origine, ricoperto di stucco bianco.
Questo monumento è chiamato il Tempio delle Sette Bambole, a causa di sette piccole effigie trovate all'interno quando è stato scoperto, nel 1950, sotto le rovine di un'altra costruzione piramidale più recente. Il tempio, di forma quadrata, è costruito sopra un piedistallo piramidale, è orientato est-ovest e comporta due finestre su ognuno dei suoi lati. La base ha una scala su ogni lato.
Questo tempio presente la particolarità di lasciar vedere il sole due volte all'anno, al suo sorgere, attraverso due finestre opposte al momento delle equinozi di primavera e di autunno. Questo fa vedere la grande conoscenza matematica dei Maya. Si pensa che questo tempio sia stato usato come osservatorio astronomico.
Dettaglio di uno degli ingressi di questo tempio nel quale si possono vedere numerosi bassorilievi.
Sulla destra di un piccolo tempio, le rovine di una chiesa costruite dai Spagnoli negli anni 1590, con delle pietre recuperate sul sito Maya.
Ecco il Cénote, o pozzo sacro, è formato di un affioramento di una falda acquifera sotterranea. La sua acqua purissima raggiunge una profondità di 55 metri. Gli abitanti del posto vengono farvi il bagno per rinfrescarsi.
Delle immersioni effettuate nel Cénote hanno permesso di recuperare un gran numero di vestigi Maya che vi erano gettati come offerte. Questi oggetti sono ora visibili nel museo vicino.
Quando lasciamo Dzibilchaltún, costeggiamo dei campi di henequen (una varietà di agave) le quali fibre sono usate per fabbricare sacchi e corde e che fu per molto tempo una delle principali risorse del Yucatán. 
Da non confondere con un'altra varietà di agave, coltivata in una regione del Messico situata sulla facciata Oceano Pacifico, la quale distillazione permette di ottenere la tequila.

 

 

 

 

 

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