Album foto: "Port Jeanne d'Arc (1)"

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Due giorni dopo il primo lancio ARAKS, il 28 gennaio 1975, possiamo finalmente prendere due giorni di riposo. Andiamo a fare una gita nel Golfo del Morbihan. Una zattera ci porterà a Port Jeanne d'Arc, vecchia stazione baleniera norvegese, dove trascorreremo la notte. Lungo il tragitto faremo una fermata a l'isola Longue e il giorno dopo, al ritorno ci fermeremo brevemente a l'isola Haute.

Il 28 gennaio, partiamo in gita, in zattera, nel Golfo del Morbihan.
Lasciamo Port-aux-Français (segno di riferimento 1) il 28 gennaio 1975. Ci fermiamo una prima volta a Port-Bizet (segno di riferimento 2), sull'isola Longue dove sono allevati delle pecore. Proseguiamo fino a Port Jeanne d'Arc (segno di riferimento 3) dove trascorriamo la notte. La zaterra tornerà a prenderci il giorno dopo. Sul tragitto di ritorno, ci fermiamo a l'isola Haute (segno di riferimento 4) dove sono stati introdotti dei mufloni e un branco di renne. Si può pure vedere sulla destra della mappa, all'estremità est della penisola del Prince de Galles, la Pointe Suzanne che è stata menzionata qualche pagina prima.
Questo cartello è fissato sulla capanna di Port-Bizet sull'isola Longue. Bizet è il nome della razza di pecora che vive su questa isola. E' una razza, originaria del Massiccio Centrale, in Francia. E' stata selezionata perché è bene adatta alle condizioni di Kerguelen. Il gregge vive in libertà sull'isola. Una volta all'anno dei volontari vengono per l'operazione di tosatura, indispensabile perché la loro lana molto abbondante ostacolerebbe la loro riproduzione. Le pecore lasciano l'isola Longue soltanto per il loro ultimo viaggio per rifornire di carne Port-aux-Français dove un piccolo recinto, vicino alla fattoria, permette di tenerle qualche giorno prima che vengono macellate.
La capanna di Port-Bizet, usata principalmente dai volontari, nel periodo della tosatura delle pecore.
Dei cavoli di Kerguelen. Malgrado la sua amarezza, il cavolo di Kerguelen può essere mangiato e possiede delle proprietà antiscorbutiche che hanno potuto salvare quantità di marinai nei vecchi tempi. Ma al contrario delle altre varietà di cavoli, deve essere consumato crudo, perché la cottura rende il suo sapore particolarmente spiacevole. Abbondante prima dell'introduzione dei conigli nel arcipelago, ne rimane solo sulle rare isole dove questi animali sono assenti o nei posti ripidi, fuori della portata dai questi piccoli mammiferi erbivori.
Vediamo, qui, il recinto che permette di separare qualche unità dal resto del gregge di pecore prima di imbarcarle sulla zattera che le porterà verso le cucine di Port-aux-Français.
Ci allontaniamo da Port-Bizet dove lasciamo alcuni passeggeri della zattera che ritroveremo domani quando la zattera tornerà a prenderci.
Siamo sbarcati a Port Jeanne d'Arc. Ecco una delle costruzioni d'abitazione in legno edificata dai Norvegesi negli anni 1900. E' in questa casa, ancora in abbastanza buono stato, che trascorreremo la notte.
Siamo, ora, davanti alle rovine della fabbrica usata dai Norvegesi per la trasformazione delle balene. Ha funzionato tra 1900 e 1930 circa, con un'interruzione durante la prima Guerra Mondiale.
Delle baleniere, barche a remo che servivano per inseguire le balene e per arpionarle.
Un verricello che era usato per trainare le balene su di un piano inclinato fino alla zona dove erano macellate. Si vede, nel retro, quello che rimane di una passerella che permetteva di accedere alle navi.
Le caldaie nelle quale i pezzi di balene erano scaldati per estrarne l'olio.
Costruzione in rovina.

 

 

 

 

 

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