Album foto: "Arrivo a Kerguelen"

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Nel pomeriggio del venerdì 4 ottobre 1974. arriviamo in vista dell'arcipelago delle Kerguelen. Facciamo una fermata al largo della Pointe Suzanne per depositarvi del materiale che verrà usato per la costruzione di una stazione di misurazione automatica. Ne ripartiamo il lunedì 7 ottobre, poi la Marion-Dufresne entra nel Golfo del Morbihan e getta l'ancora di fronte alla base di Port-aux-Français. Sbarchiamo nel pomeriggio. Più tardi, facciamo un primo giro di ricognizione dei luoghi dove lavoreremo per quasi sei mesi.

Il 4 ottobre 1974, nel pomeriggio, costeggiamo il sud dell'arcipelago delle Kerguelen.
L'arcipelago delle Kerguelen è situato nel sud dell'Oceano Indiano tra 48°35' e 49°54' di latitudine Sud e tra 68°43' et 70°35' di longitudine Est, ad una distanza di circa 2000 km dalla costa dell'Antartide (massiccio del Gaussberg), 3400 km dalla Réunion (a Nord) e 4800 km dall'Australia ad est. L'arcipelago costituisce uno dei quattro distretti(*) del territorio delle Terre Australi ed Antartiche Francesi. La sua isola maggiore, la Grande-Terre, è la terza isola francese, per la sua superficie, e la più grande delle isole sub-antartiche. L'arcipelago, di origine vulcanica, è molto frastagliato e ha una superficie poco differente di quella della Corsica.
Scoperte nel tardo XVIII, da Yves Joseph de Kerguelen de Trémarec, queste terre che portano il suo nome sono rimaste, malgrado qualche tentativo di colonizzazione, sprovvedute di popolazione permanente. Furono soprannominate le Isole della Desolazione dal capitano inglese Cook che le visitò qualche anno dopo. 
La base di Port-aux-Français, situata nel Golfo del Morbihan, è occupata in permanenza dal 1950. Si può vedere sulla mappa la Pointe Suzanne dove abbiamo fatto la prima fermata. 
(*) un quinto distretto, "Les Iles Eparses", è stato aggiunto nel 2005
Continuiamo a costeggiare il sud delle Kerguelen. Una montagna con i fianchi coperti di neve.
Il viaggio prosegue ed il tempo cambia velocemente durante la giornata.
Quando arriviamo di fronte alla Pointe Suzanne, il sole che splende di nuovo ci permette di ammirare il paesaggio. L'ingresso del Golfo del Morbihan è situato dietro la punta scura a destra nella foto.
L'elicottero sta per decollare per portare la posta sulla base di Port-aux-Français.
Un pontone è calato in acqua per permettere il trasporto dei materiali a terra. Sarà rimorchiato da una delle scialuppe della Marion-Dufresne.
Il lunedì mattino, 7 ottobre 1974, penetriamo nel Golfo del Morbihan. Passiamo vicino ad una nave da carico sovietica dotata di congelatore per recuperare i pesci pescati dalla flottiglia di pescherecci sovietici che rimangono in zona attorno alle Kerguelen
All'inizio del pomeriggio, la Marion-Dufresne, getta l'ancora di fronte alla base di Port-aux-Français. Non è possibile avvicinarsi al molo perché l'acqua non è abbastanza profonda.
Mappa della base di Port-aux-Français. Durante l'inverno, un centinaio di persone ci vivono. Durante questa campagna, raggiungeremo il numero di duecento nel mese di gennaio 1975. La strada che si vede sulla destra porta sull'altopiano dove si trovano il centro di trasmissione radio (CER), la stazione di studio dell'ionosfera, con il suo pilone di 73 metri di altezza, e più lontano, fuori della mappa, la stazione meteo, poi il nuovo laboratorio di geofisica (Géophy) che dobbiamo attrezzare, e in fine la base CNES da dove saranno lanciati i razzi.
A 4 chilometri dalla base, vediamo per la prima volta il laboratorio Géophy, costruito poco tempo fa e ancora completamente vuoto. Dovrà essere pronto per accogliere gli scienziati francesi, alla fine di dicembre 1974, quando comincerà l'esperimento ARAKS.
Vista dal laboratorio Géophy: Un po' più giù, alla fine della strada, si trova la base CNES. E' di lì che saranno lanciate due razzi Éridan francesi e cinque razzi ARCAS americani, di dimensione più modesta.
Nella direzione del Golfo del Morbihan, scorgiamo, sull'altra riva, delle cime coperte di neve: a sinistra, nel fondo, il Monte Ross (1850 m) e alla sua destra, molto più vicino e molto più basso, "le Pouce".
Nella direzione di Port-aux-Français, sulla destra, scorgiamo il pilone dell'antenna della stazione IONO (uguale a quella di Dumont d'Urville) e, a sinistra, si vede il muro ripara vento della stazione meteorologica (molto più grande di quello di Dumont d'Urville, perché qui lo spazio non è limitato).
Il tempo, a Kerguelen, cambia molto velocemente e non è raro di vedere defilare tutte le stagioni in una sola giornata. Pioggia, neve, sole possono succedersi a poche ore di intervallo ed il vento, che tira quasi in permanenza, spinge la pioggia all'orizzontale, così che, quando si gira fuori, si può bagnarsi da un lato solo.
Il vento ha mandato via le nuvole e un arcobaleno accompagna il ritorno del sole.

 

 

 

 

 

Ritorno

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