Album foto: "Port Jeanne d'Arc (2)"

Sorvolare una foto con il mouse per visualizzarla 

Cliccare sulla foto per aprirla in un'altra finestra

La giornata a Port Jeanne d'Arc prosegue con l'esplorazione dei dintorni poi ci sono i preparativi per la notte. Il giorno dopo facciamo un'altra camminata. Di seguito, la zattera ritorna per prenderci. Partiamo in direzione dell'isola Haute. Vi recuperiamo dei cacciatori che la zattera aveva lasciati il giorno primo e alla fine ritorniamo a Port-aux-Français.

A poca distanza da Port Jeanne d'Arc, vediamo una bella cascata. E' ovvio che l'acqua non manca da queste parti.
Esploriamo la cascata.
Anche durante le nostre camminate la cooperazione franco-sovietica non perde i suoi diritti perché sulla foto abbiamo, da sinistra verso destra: io, un Sovietico, Jean-Claude Koenig (un collega del GRI) e un altro Sovietico.
Uno skua, spinto dalla curiosità, si è avvicinato al nostro gruppo: forse pensava di trovare qualche cosa da mangiare? Più giù, nella lontananza si scorge Port Jeanne d'Arc.
Più tardi, aiutiamo altri compagni a raccogliere delle cozze, negli scogli sulla spiaggia. Ritorniamo verso il nostro alloggio con una bella provvista nel pentolone che due dei nostri compagni stanno trasportando.
Mentre la cena sta cuocendo sotto l'occhio attento di un membro della squadra CNES, dei Sovietici giocano a carte.
Quanto ai Francesi, ispezionano lo stato del luogo.
La notte scende su Port Jeanne d'Arc.
Come sono le camere ? D'epoca, naturalmente e i ratti sono fuggiti quando siamo arrivati. La notte sarà fredda perché non c'è il riscaldamento, per fortuna avevamo portato dietro i nostri piumini.
Il giorno dopo, incontriamo due pinguini papua che camminano nell'acaena.
Sulla collina di fronte al Golfo del Morbihan sorgono le croci del cimitero di Port Jeanne d'Arc. Le quattro persone sepolte qui erano membri delle squadre di cacciatori di balene norvegesi.
Il nostro soggiorno a Port Jeanne d'Arc è terminato, la zattera è tornata a prenderci. Ci stiamo allontanando da Port Jeanne d'Arc. Il cineasta sovietico che vediamo, seduto a sinistra, era parte di quelli che hanno passato la notte nella capanna di Port-Bizet sull'isola Longue.
La zattera si intrufola tra le isolette per raggiungere l'isola Haute.
Ci avviciniamo all'isola Haute cui scorgiamo la capanna. 
A proposito degli animali introdotti su questa isola. 
Hanno evoluto in maniera diversa: i mufloni sono rimasti sull'isola perché non possono scapparne, il loro impatto è perciò limitato (si può dire la stessa cosa per le pecore dell'isola Longue); le cose sono differenti per le renne perché questi animali possono nuotare, una parte del branco ha perciò migrato sulla Grande Terre dove niente impedisce loro di moltiplicarsi
Alte scogliere bordano l'altra rive del canale che divide l'isola Haute dalla Grande Terre.
Recuperiamo un piccolo gruppo di cacciatori che la zattera aveva lasciato il giorno prima. Non sbarchiamo molto a lungo. Come si può vedere, il nome della capanna dell'isola Haute è "Mas Robert".
Giriamo attorno l'isola Haute per andare a prendere, sull'altro lato, una renna uccisa da uno dei cacciatori.
I cacciatori portano la renna per depositarla sulla zattera.
Non sono cacciatore e mi stringe il cuore di vedere questo animale ucciso. Ma il talento del cuoco di Port-aux-Français placherà un pochino la mia tristezza quando lo ritroverò nel mio piatto a pranzo.
Sul tragitto di ritorno siamo scortati da delfini.
All'arrivo a Port-aux-Français brilla un sole radioso. La prima costruzione che si scorge sulla sinistra della foto è il laboratorio di biologia marina (Biomar), una disciplina importante a Kerguelen. 
Queste due giornate hanno costituito un intermezzo piacevole nel nostro soggiorno dopo quasi quattro mesi di lavoro ininterrotto.

 

 

 

 

 

Ritorno

.

.

.

.

.

.

.